Mi chiamo Lorenzo, ho 26 anni e vengo da Cantù, in provincia di Como.

Il mio percorso artistico nasce in un periodo particolare: durante la pandemia.
In quel momento ho scelto di contribuire attivamente alla comunità, lavorando come amministrativo presso l’hub vaccinale di Lurate Caccivio.

È proprio lì che tutto è iniziato.
Tra le tante attività quotidiane, ho notato un dettaglio che mi ha colpito: centinaia di tappi di plastica — quelli usati per chiudere gli aghi delle siringhe — venivano gettati nella raccolta differenziata.

Ho deciso di non ignorarli.
Li ho raccolti, ordinati per altezza e marca, poi li ho colorati e assemblati per dar vita a opere tridimensionali.
Oggetti di scarto si sono trasformati in materia creativa, dando inizio al mio viaggio nell’arte.

Con il tempo ho ampliato la mia ricerca, sperimentando nuovi materiali come il legno, il plexiglass e, più recentemente, il disegno su tela.

Al centro del mio lavoro c’è sempre un’idea:

ogni persona è unica, come unica è ogni storia.

Ogni tappo, ogni pixel, ogni tratto disegnato o inciso racconta qualcosa.
Anche quando sembrano uguali, ognuno nasconde una sfumatura diversa, un’emozione, un ricordo.
E in quell’apparente ripetizione nasce il senso del mio lavoro: celebrare l’unicità dell’individuo attraverso elementi minimi, quotidiani, a volte dimenticati.